SRILA GURUDEVA “Armonia”, ISKCON

Questo disco è il secondo di una trilogia molto interessante, uscita nella prima metà degli anni ’80, dietro la quale, oltre alla voce di Gurudeva, c’è l’ottima mano di Krishna Prema Dasa/Paolo Tofani, già chitarrista e fondatore degli immensi Area.

Il primo (bellissimo) capitolo, “Il canto della liberazione“, ancora non metteva bene a fuoco il progetto. L’obiettivo era reinterpretare alcuni brani della tradizione induista, più o meno recente, ma in questa fase iniziale gli arrangiamenti risultano abbastanza timidi e, tutto sommato, fedeli agli originali. Alla voce venivano sommate le tradizionali tabla e gli altrettanto tradizionali flauti indiani (strumenti suonati, peraltro, dai più-che-celebrati Hariprasad Chaurasia e Zakhir Ussain). Tofani vi aggiungeva la sua chitarra e qualche spolverata di tastiere senza mai porsi in primo piano e senza stravolgerne la struttura.

Con il secondo capitolo, “Armonia“, si alza il tiro e si tenta di aggiornare i brani tradizionali donandogli arrangiamenti nuovi e decisamente pop. Le chitarre e le tastiere si fanno decisamente più presenti, si aggiungono anche degli archi classicamente occidentali, si tenta un azzardato doppio mix tra tradizione e modernità e tra Oriente e Occidente.
Il rischio, al solito, era quello di (s)cadere nella temutissima “messa beat” ovvero di rovinare con un vestito inadatto brani che, oltre alla loro valenza musicale, cercano, in qualche modo, di esprimere un profondo sentimento religioso e di porre in essere un ponte tra cielo e terra.
Fortunatamente lo spessore dei partecipanti a questo secondo capitolo (oltre ai ritrovati Tofani, Chaurasia e Ussain abbiamo la presenza, tra gli altri, di Michele Fedrigotti e Roberto Cacciapaglia e l’ombra lunga di Franco Battiato) evita questo destino e realizza un gran bel disco che indica una via (ai tempi) decisamente innovativa di commistione intelligente tra l’universo della musica (cosiddetta) leggera e l’espressione atavica del sentimento devozionale. Non siamo ancora ai livelli eccelsi che qualche anno dopo raggiungerà Franco Battiato con alcuni brani di “Fisiognomica” e di “Come un cammello in una grondaia“, ma si segna una direzione e si da corpo ad un’ipotesi affascinante.

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Gli otto brani che compongono il disco (mai ristampato in CD e che difficilmente rivedrà la luce a causa della separazione tra Gurudeva e il gruppo del quale faceva parte, l’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, più noti, semplicemente, come “Hare Krishna“) sono tutti di buon livello con melodie accattivanti e gioiosamente cantabili, arrangiamenti di gran classe particolarmente riusciti nella fusione dei suoni dell’orchestra con gli elementi più tipicamente indiani e le chitarre di Tofani (particolarmente in “Bahajahu re mana“).
Menzione particolare anche per la vagamente branduardianaOhe Vaisnava Thakura“, per le dolci ballate “Sri Damodarastaka” e “Sri Guruvastaka” (con un bellissimo inserto di pianoforte), per gli archi e le armonie vibranti di “Jaya Rhada Madhava” (forse il brano più riuscito in assoluto con i suoi cori cristallini e le campane tubolari efficacissime).
Ovviamente è presente un po’ dappertutto il classico mantra “Hare Krishna” vero e proprio marchio di fabbrica di questo gruppo religioso eseguito in forme diverse e, a volte, molto riuscite ed originali.

Il progetto verrà chiuso con il terzo capitolo, “Suoni senza tempo“, piuttosto vicino alle atmosfere di “Armonia“, ma leggermente meno ispirato (forse perché realizzato con collaboratori di minore qualità, anche se il violino di “Sri Rupa Manjari pada” mi suona mooooolto familiare…).
Dopo l’allontanamento di Gurudeva, Krishna Prema Dasa realizzerà ancora diversi lavori (questi ultimi reperibili abbastanza facilmente) quasi esclusivamente strumentali, abbastanza indecisi tra uno sviluppo pop, qualche deriva new-age e qualche spruzzo di fusion. Dischi un po’ troppo di maniera che non riescono ad emozionare come questi primi 3 lavori.

Chi fosse interessato ad ascoltare queste cose può, fortunatamente, scaricarle cercandole tra i moltissimi mp3 gratuitamente disponibili sul sito di Radio Krishna Centrale http://www.radiokrishna.com/ (sono mp3 di qualità piuttosto bassa, ma aiutano a rendere bene l’idea delle cose di cui sto parlando)

Un grande successo internazionale 🙂

per altre informazioni:
www.harekrsna.it


—-aggiornamento 2019—-

Quando avevamo ormai perso la speranza di rivedere in circolazione questi album, siamo casualmente incappati nella notizia che colui che si faceva chiamare Srila Gurudeva ora ha preso il nome di  Bhagavandas Goswami (e in origine si chiamava William Ehrlichman).
E’ sotto questo nome che ha ripubblicato i tre lavori citati sopra, rinominati, rispettivamente “Sri Namamrita“, “Armonia” e “Sound Beyond Time“.
Con questi titoli si possono trovare, se avete fortuna, ancora in vendita in qualche store digitale (ne esiste anche una versione cofanetto che raccoglie tutti e 3 i dischi).

Per gli interessati segnaliamo sia il sito ufficiale di colui che un tempo era Srila Gurudeva (cliccate qua) sia questo negozio on-line dedicato a materiale vario di matrice induista.

Ma la cosa più sorprendente è che queste musiche ora sono (addirittura) anche su Spotify, e si possono ascoltare con un semplice clic.

Buon ascolto 🙂

6 thoughts on “SRILA GURUDEVA “Armonia”, ISKCON

  1. […] Fortunatamente lo spessore degli artisti evita accuratamente la caduta in atmosfere da messa beat, l’intenzione è quella di toccare i temi a loro cari (il bisogno di un maestro, l’insoddisfazione per il normale modo di vivere occidentale, l’emergere di una nuova coscienza, la spiritualità, la vacuità delle cose materiali…) utilizzando musiche e sonorità appropriate (evitando così, ad esempio, qualunque tentazione hard rock o free jazz). Chiude il disco l’unico brano non cantato da Rocchi o Tofani e non riconducibile alla forma-canzone, un brano tradizionale induista, “Jiv jago“, che anticipa le sonorità splendide che poi verranno con la trilogia di Srila Gurudeva di cui già vi parlai in questo post. […]

  2. Anonimo ha detto:

    Grazie. Durante l’incendio erano andati perduti gli originali. Ora sono di nuovo qua.
    Grazie

    • Stefano AbulQasim ha detto:

      grazie a te, non ho ben capito a quale incendio ti riferisci e dove siano ora i master originali, ma l’importante è che certa musica continui a circolare
      S.

      • Anonimo ha detto:

        L’incendio, era il mio magazzino. Le registrazioni dell’epoca sono andate distrutte. Fino alla tua annotazione sulla presenza su spotify erano introvabili.
        Si, é bene che “certa” musica circoli ancora 😉
        Continua cosí, ottimo lavoro, e grazie ancora.

  3. Anonimo ha detto:

    BTW, anche questo é un raro Rocchi.

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