5 concerti che ho visto nel 2018

  • Nel cielo di Indra Roma, 3 febbraio
  • Lino “Capra” VaccinaRoma, 13 maggio
  • Wolfgang Amadeus Mozart “Le nozze di Figaro”Roma, 7 novembre
  • Claudio Monteverdi “L’incoronazione di Poppea”Berlino, 8 luglio
  • Alvaro Fella e Dario GuidottiRoma, 27 settembre

5 dischi che coniugano stilemi della musica contemporanea/d’avanguardia/di ricerca con la forma canzone

  • Alfredo CohenCome barchette dentro un tram” (1977)
  • Philip GlassSongs from liquid days” (1986)
  • Maria MontiIl bestiario” (1974)
  • Alva Noto & Blixa BargeldMimikry” (2010)
  • Giorgio GaberPolli d’allevamento” (1978)

5 concerti che ho visto nel 2017

  • Lino Capra Vaccina Roma, 28 gennaio
  • Lyke WakeRoma, 23 novembre
  • Il muro del cantoRoma, 10 agosto
  • KraftwerkPerugia, 7 luglio
  • Juri Camisasca e Rosario Di Bella – Roma, 9 gennaio

 

5 dischi elogiati da Valerio Mattioli nel libro “Superonda”

  • Claudio RocchiVolo magico n.1” (1971)
    Con “Volo magico” Rocchi firma l’apice della civiltà psichedelica italiana e l’inno dilatato che la comunità underground aspettava da anni
  • Luciano CilioDialoghi del presente” (1977)
    “Dialoghi del presente” è un disco di una bellezza disarmante. Fa venire alla mente un rito misterico umanissimo e caldo, un reticolo di timbri (tutti acustici) che dolenti fluttuano trai riflessi di un lago a fine estate
  • Lino Capra VaccinaAntico adagio” (1978)
    Un autentico, irripetibile e precario capolavoro di minimalismo alla Steve Reich e spleen mediterraneo che però, come al solito, uscirà troppo tardi (nel 1978) e nell’indifferenza quasi generale
  • Franco BattiatoSulle corde di Aries” (1973)
    Quando alla fine del 1973 arriva nei negozi “Sulle corde di Aries” è chiaro a tutti che la personale “Conversazione in Sicilia” di Battiato ha prodotto non solo un musicista molto distante da quello che il pubblico aveva conosciuto appena un anno prima, ma uno dei dischi più belli mai usciti in Italia fino a quel momento, e anche dopo, aggiungerei
  • Canzoniere del LazioLassa sta la me creatura” (1974)
    Opera dall’aria torbida e pesantemente esoterica, i cui solchi profumano di zolfo e acqua santa assieme, “Lassa sta la me creatura” è il titolo che certifica il “tradimento” del Canzoniere del Lazio. Ed è anche il capolavoro del nuovo folk italiano


In corsivo testi tratti dal libro di Valerio MattioliSuperonda“.