Sono anni strani questi, anche per quanto riguarda i miei ascolti (e forse anche i vostri).
La pochezza del nostro presente musicale (o quella che appare A ME come pochezza),
l’incredibile, mostruosa, quantità di dischi prodotti mensilmente,
il fatto che, anche quando sono di buona qualità, sembrino emergere dal chiuso di una cameretta e mai far parte di una scena, di un’idea condivisa di musica, di un mondo, di una cultura,
il confronto col passato, oggi più che mai facile ed immediato, unito alla possibilità di venire a sapere di musiche un tempo difficili da scovare,
tutte queste cose, e forse molte altre, fanno sì che la mia periodica antologia rappresentativa dei miei ascolti negli ultimi due anni, si caratterizzi per materiali che quasi mai emergono dalla pietra fondativa del mondo della musica pubblicata (l’album), ma che provengano da piccoli reperti collaterali, minori, dimenticati e considerati dimenticabili.
Da qui il titolo della raccolta, “Effimeri“, proprio ad indicare non incisioni nei quali l’autore credeva, ma cose accantonate, pubblicate a latere et similia.
Ma, in concreto, di cosa stiamo parlando ?
Provo ad elencare:
- due demo provenienti dagli anni ’70, che, pur bellissimi, furono inizialmente scartati dagli album in cui dovevano comparire e recuperati solo molti anni dopo
- due remix, usciti su singoloni, che, se non sono più belli degli originali, sono sicuramente almeno al loro stesso livello e meritano una chance
- tre live televisivi recuperati con qualche fatica e dall’audio non sempre adeguato, con arrangiamenti però molto molto sfiziosi e intriganti, MAI riproposti nei live ufficiali
- alcuni brani provenienti da cassette o album legati al mondo dei Centri Sociali Autogestiti di inizio anni ’90, cose dimenticate da tutti eppure di una qualità e di una profondità degne di una riscoperta
- il dimenticatissimo, a dir poco, lato B di un 45 giri degli anni ’60 pensato per i bambini, nel quale gli esecutori mostrano una fantasia negli arrangiamenti e nella scrittura musicali insieme a una abilità tecnica (un professionismo, oserei dire) che oggi, purtroppo, suona come una bestemmia
- un brano eccellente, e recente, eppure pubblicato SOLO su YouTube (O tempora, o mores)
- il recupero di un gioiellino tra i tanti che gli Hare Krishna hanno divulgato porta a porta in giro per l’Italia (ne abbiamo parlato spesso da queste parti)
A queste chicche si aggiungono un paio di brani cileni, che in Italia nessuno vi farà mai conoscere e poco altro (tra il quale anche un breve brano di musica classica, famoso e poco noto al tempo stesso).
In tutto 17 brani per i consueti 80 minuti di godimento (almeno per le mie orecchie).
p.s. come sapete queste mie antologie non sono più distribuibili, per varie ragioni, per cui considerate questo post un po’ delirante come una semplice testimonianza o, al massimo, un piccolo stimolo per indirizzare i vostri ascolti anche verso materiali, appunto, effimeri, ma non per questo da dimenticare