Per quello che mi riguarda l’evento televisivo dell’anno 😛 è stato il recupero su RAI Extra di (quasi) tutte le puntate della storica trasmissione “Mister Fantasy” (ne parlai tempo fa in questo post). Purtroppo non sono riuscito a vedere tutte le repliche, ma solo una loro buona parte (credo circa i 2/3), ciò nonostante vorrei fare alcune ulteriori valutazioni/considerazioni a riguardo di questa trasmissione.
La prima cosa che salta agli occhi è come, puntata dopo puntata, Mister Fantasy abbia tracciato una vera e propria mappa della musica italiana del momento.
Tanto per essere chiari ecco un elenco (ovviamente non esaustivo) di coloro che sono passati nella trasmissione attraverso video, interviste, speciali monografici e quant’altro.
C’è stato spazio per cantautori di prima generazione
(Enzo Jannacci, Fabrizio De Andrè, Paolo Conte, Francesco Guccini, Bruno Lauzi),
cantautori di seconda generazione
(Angelo Branduardi, Pino Daniele, Lucio Dalla, Eugenio Bennato, Edoardo Bennato, Paolo Pietrangeli, Alberto Camerini, Eugenio Finardi, Ivan Graziani, Pierangelo Bertoli, Roberto Vecchioni, Francesco De Gregori, Claudio Lolli),
residui degli anni ’70
(PFM, Franco Battiato, Banco del mutuo soccorso, Alan Sorrenti, Ricky Gianco, Tony Esposito, Alberto Radius),
cantautori e cantautrici (allora) emergenti
(Enrico Ruggeri, Mario Castelnuovo, Massimo Bubola, Sergio Caputo, Alberto Fortis, Mimmo Cavallo, Enzo Carella, Ron, Ivano Fossati, Gianna Nannini, Teresa De Sio, Ivan Cattaneo, Vasco Rossi, Fabio Concato, Giuni Russo, Scialpi, Garbo),
cantautori e cantautrici mai veramente emersi o rimasti confinati nello stra-culto sotterraneo
(Roberta D’Angelo, Flavio Giurato, Gino D’Eliso, Gerardo Carmine Gargiulo, Marco Bambati alias Il caso Bambati, Diana Est, i Dada-Umpa, Franco Serafini, Renzo Zenobi),
cantanti pop
(Loredana Bertè, Mia Martini, Matia Bazar, Miguel Bosè, Claudio Baglioni, Rettore, Nada, i Volpini volanti di Rossana Casale),
residui degli anni ’60
(Caterina Caselli, in veste di produttrice, Edoardo Vianello, i Nomadi, Bobby Solo, Maurizio Vandelli, Peppino Di Capri),
scene musicali più o meno alternative
(il Great Complotto di Pordenone, la cooperativa L’Orchestra, Claudio Rocchi e gli Hare Krishna italiani, il teatro di Gabriele Salvatores con Mauro Pagani, lo Studio Azzurro, RaiStereoNotte, gruppi rock-wave-punk quali Jo Squillo, Kaos Rock, Depress, Take for run, Tempi duri, i Krisma).
Come si vede possiamo tranquillamente dire che non ci sia stato artista italiano (in ambito, ovviamente, di popular music) che si sia mosso in quegli anni (1981-1984) senza che Mister Fantasy gli abbia donato un po’ di spazio e visibilità. C’è oggi qualche trasmissione televisiva capace di fare qualcosa di simile ? Di dare spazio ai grandi vecchi ma contemporaneamente di valorizzare e dare occasioni televisive al nuovo che avanza ?
E se all’epoca l’obiettivo era quello di raccontare il presente a rivederla oggi questa trasmissione ci appare (anche) come una vera e propria video-enciclopedia sulla musica italiana di quegli anni, capace di conservare traccia e memoria di quell’epoca musicale in maniera impeccabile.
E non mi sembra un regalo da poco.
In particolare, da fan di Battiato, ho molto apprezzato come la trasmissione lo abbia seguito e coccolato (da “Patriots” in poi) credendo da subito moltissimo nel suo potenziale (anche) di artista popolare e di massa dedicandogli anche diversi speciali oltre ad una famosa e lunghissima prima serata.
Un altro punto che vorrei mettere a fuoco è quello del sostanziale ecumenismo della trasmissione. Si veniva dagli anni ’70, anni di divisioni e contrapposizioni dove il confine tra musica (cosiddetta) commerciale e musica (diciamo) di qualità era spesso un abisso insuperabile di incomunicabilità. Con lucidità e intelligenza tutt’altro che banale gli autori della trasmissione decidono di trattare, all’interno del loro programma, generi e artisti diversissimi in un mix che oggi ci appare condivisibile e necessario ma che all’epoca non era per niente scontato e ovvio (anzi…).
Già leggendo l’elenco degli artisti italiani la cosa salta all’occhio, ma posso aggiungere che in una trasmissione che non si è, giustamente, vergognata di dare spazio ai Jackson 5 (prima) e a Michael Jackson (dopo), ai Duran Duran come ai Culture club, hanno trovato spazio non solo artisti e gruppi punk e rock alternativi (scusatemi l’espressione cretina, ma serve a rendere l’idea) che MAI in quegli anni la RAI si degnava di passare (penso ai Clash, a John Lydon e i suoi P.I.L., agli Ultravox, ai Dire Straits che proprio in quei mesi scalavano le nostre classifiche, a Lou Reed, a Joe Jackson, ai Bow Wow Wow e tanti altri),
ma sono riusciti a dare visibilità anche ad artisti di confine e autori di musiche reputate, spesso, difficili e televisivamente inadatte (e qui penso ai Talking Heads, ai Tuxedomoon, ai Residents, a Laurie Anderson, alla vita segreta nel cespuglio di David Byrne & Brian Eno, ai tedeschi DAF, alla assurda Portsmouth Sinfonia, a Mike Oldfield, a Peter Gabriel, ai Devo… e anche qui potrei continuare). Insomma uno sguardo a 360 gradi sulla musica pop assolutamente inedito per la nostra televisione e probabilmente mai più replicato anche in seguito (escludendo ovviamente i canali tematici televisivi che, per forza di cose, nel loro palinsesto trovano spazio per moltissimi generi, anche se qui dovremmo discutere sul tipo e sulla qualità dello spazio che destinano alle musiche meno di classifica laddove Mister Fantasy era estremamente democratica nel dare a tutte le musiche spazi equivalenti).
Tra le tante idee brillanti della trasmissione c’era quella di chiudere la trasmissione con un brano finale pescato dal materiale live di artisti tra i maggiori della storia del rock. Sono stati trasmessi interi concerti, un brano a settimana, di artisti quali Rolling Stones, Beatles, Bob Marley, Bruce Springsteen, Janis Joplin, Doors, Jimi Hendrix, ecc.
Oggi che abbiamo YouTube può apparire una scelta inutile, ma, all’epoca, di questi filmati (spesso veri e propri film) in televisione si era visto pochissimo, nessuno alla RAI riteneva utile o intelligente passarli e si deve a questa trasmissione se la mia generazione ha potuto vedere per la prima volta queste immagini mitiche. A ripensarci pare davvero incredibile come dai canali nazionali venisse sostanzialmente snobbato tutto l’universo che riguarda la storia della musica pop (e, per la verità, anche oggi non è che le cose siano significativamente cambiate) e come tanti materiali disponibili giacessero negli archivi inutilizzati.
Altra idea interessantissima della trasmissione fu quella di realizzare i video di interi LP di artisti italiani (più o meno) emergenti e farli passare uno a settimana in qualità di ospiti fissi. L’idea che una trasmissione scommetta su artisti minori e dischi nuovi dandogli visibilità e presenza costante è un qualcosa che oggi, con la crisi che c’è, si farebbe bene a recuperare anche perché l’alternativa è la costruzione tramite i talent-show di (anche bravissimi) interpreti, ma quello che ci manca è dare una chance vera ai nuovi autori che emergono in campo musicale (un po’ come cerca di fare Serena Dandini nel suo “Parla con me“). Dentro Mister Fantasy si lanciarono o rilanciarono in questa maniera Ivan Cattaneo, Beppe Starnazza e i Vortici (uno dei tanti alias di Freak Antoni), il Gruppo italiano, Roberto Ciotti, Sergio Caputo, i Krisma, Tony Esposito e altri. Scelte coraggiose che oggi, schiavi dell’Auditel, pochi si arrischiano a fare…
Altra piccola annotazione: come scrivevo nell’altro post una delle caratteristiche pregnanti di questa trasmissione era quella di dare dignità alla musica che veniva trasmessa grazie alla capacità di contestualizzarla correttamente, accompagnando lo spettatore alla visione/ascolto nel migliore dei modi. Uno degli aspetti di questa cura era quella dei sottotitoli ai video non cantati in italiano. Consapevoli che il testo di una canzone non è una mera decorazione della musica ma che le due cose viaggiano sempre strettamente unite gli autori (anche qui caso più unico che raro) quando passavano un video straniero lo sottotitolavano in maniera da rendere comprensibile a tutti il testo (e quindi meglio cogliere le relazioni tra musica, immagini e parole oltre all’intelligenza e sensatezza del testo stesso). Un servizio piccolo e semplice eppure massicciamente minoritario nel nostro panorama televisivo.
Pigrizia degli altri o volontà di non abituare lo spettatore a entrare nelle canzoni lasciandolo più possibile nel ruolo di ascoltatore passivo e bovino ?
Di questa trasmissione ci restano poi tutta una serie di speciali monografici dedicati (generalmente, ma non sempre) ad artisti italiani della durata di una decina di minuti nei quali tra frammenti di canzoni e di interviste si sono divertiti a girare dei veri e propri cortometraggi con un gran gusto per la sperimentazione e (nonostante i mezzi relativamente scarsi) cercando ogni volta di inventarsi qualcosa di nuovo (ne vedete sopra alcuni esempi…).
Tanti piccoli gioielli dalle location fantasiose oggi, fortunatamente, spesso ritornati disponibili su YouTube proprio a partire dalle repliche di quest’anno. Anche qui è un peccato che in RAI si sia perso il coraggio di inventarsi qualcosa ogni settimana (il paragone con i video recentemente realizzati in una trasmissione televisiva che fa di questo format la sua ragion d’essere è, francamente, imbarazzante, e non solo perché invece di Carlo Massarini a presentare ci hanno messo un principe molto meno elegante di lui…).
Ci sarebbe poi da parlare di come hanno per primi lavorato con l’immagine sia nelle scenografie dello studio sia, soprattutto, nella ricomposizione dell’immagine video utilizzando una o più finestre e tutta una serie di decorazioni elettroniche. Tutte cose che oggi ci sembrano normali ma che all’epoca erano invece fortemente rivoluzionarie.
Ci sarebbe da elogiare lo stile e l’eleganza della trasmissione, l’assenza di volgarità (né tette né culi !), ma anche l’assenza di seriosità e autoreferenzialità. Ci sarebbe da lodare l’esemplare rispetto per il telespettatore che non veniva mai blandito attraverso facili mezzucci ma si cercava di conquistarlo con la qualità del prodotto e della sua confezione.
Erano altri tempi.
Probabilmente la fortuna di Mister Fantasy è stata quella di nascere tempestivamente dopo la nascita dei primi videoclip ma prima dell’apertura in Italia di VideoMusic e dell’approdo di MTV. Si è trovata così nella condizione, in mancanza di concorrenza, di veder confluire su di sé, tra il TG della notte e l’alba, come si usava dire, tantissimi spettatori assai diversi fra loro, ed è stato possibile far conoscere a questi spettatori anche musiche altre che normalmente non ascoltavano. Quando poi VideoMusic porterà i video 24 ore al giorno molti di questi spettatori, i meno raffinati, smetteranno di seguirla e toglieranno audience al programma che verrà chiuso.
La concorrenza non premia i migliori, ma i più adatti, come ci ricorda Darwin, e certi programmi è già un miracolo se riescono a fare una stagione. Le stagioni di Mister Fantasy restano un piccolo grande miracolo probabilmente irripetibile.
p.s. Impossibile non ringraziare il canale di YouTube di CalimeroCalimeri per aver fornito i video che compaiono in questo post, sul suo canale potete trovarne molti altri provenienti da questa storica trasmissione.
aggiornamento – 20 novembre 2010
come al solito in nome dei diritti d’autore si cancella la possibilità di rendere disponibile alle persone materiale che altrimenti NON è possibile vedere, indipendentemente dal fatto che chi divulga questi materiali NON ne abbia alcun tornaconto economico,
come avrete notato il canale di CalimeroCalimeri è stato chiuso (credo per un reclamo di RTI, ovvero Mediaset)
per rivedere le cose di cui ho parlato dovrete ora attendere chissà quando (ma il diritto dell’autore così è salvo!)