Mi era completamente sfuggita l’uscita di questo libro, solo casualmente me ne sono imbattuto e, volentieri, l’ho comprato e letto.
Sottotitolato gurdjieffianamente “Trenta incontri con musicisti straordinari“, il libro è in realtà una raccolta di interviste (mai lunghissime e mai brevissime) con musicisti di varia estrazione collezionate nell’arco di una quindicina d’anni (credo pubblicate all’epoca da riviste o quotidiani).
Ogni intervista è preceduta da una breve introduzione al musicista intervistato (sempre scritta da Castellano) alla quale seguono le domande e le relative risposte.
Il punto è che Castellano non è un giornalista (o, perlomeno, non è solamente un giornalista), ma è innanzi tutto musicista e compositore di razza, uno dei più interessanti tra quelli emersi in Italia della sua generazione, e la sua chiave interpretativa del ruolo di intervistatore è davvero interessante: domande brevi, ma ottime per provocare risposte circostanziate, nessuno spazio a questioni che esulino la musica, profonda conoscenza dell’opera dell’intervistato, nessuna domanda provocatoria (l’educazione innanzi tutto) ma anche nessun timore a porre anche domande scomode…
Per quello che mi riguarda anche il Castellano giornalista viene promosso a pieni voti, così come il Castellano compositore (prima o poi parleremo approfonditamente di qualche suo disco).
Nel libro trovate interviste a minimalisti storici (Riley, Glass, Palestine…), musicisti influenzati dai minimalisti (Laurie Anderson, Eleni Karaindrou, Jon Hassell, Kronos Quartet, Jocelyn Pook, David Van Tieghem…), alfieri dell’elettronica o dell’ambient (Eno, Harold Budd, Bill Laswell, Sakamoto… ), musicisti jazz (Alice Coltrane, Chick Corea), musicisti pop/rock più o meno trasversali (Peter Gabriel, Tuxedomoon, Residents, Robert Wyatt… ) e altri inclassificabili (Diamanda Galas, la Third Ear Band, John Zorn) miscelati in una insalata colorata e dai sapori intensi.
Uno sguardo ampio su alcune tra le musiche più intriganti degli ultimi decenni.
[…] Pierluigi Castellano è, perdonatemi l’ennesimo uso di questa espressione retorica, uno dei segreti (purtroppo) meglio custoditi della musica di ricerca italiana. Cercheremo in questo lungo post di disvelarlo agli occhi di quei tanti che non ne hanno mai sentito parlare (anche se io stesso parlai del suo lato giornalistico in questo post). […]