Avitabile riemerge dalle nebbie che spesso avvolgono i nostri artisti migliori e ci regala un disco sorprendente e godibilissimo.
Accompagnato da un gruppo di percussionisti che cercano di dare nuova vita alla antica tradizione dei “bottari” suonando, appunto, botti, tini e falci e da altri ottimi musicisti più canonici (mandola, chitarra battente, basso, alcuni fiati…) sforna un disco che mescola in modo davvero egregio e originale stilemi assai diversi tra loro. Sulle ritmiche cadenzate e ossessive delle botti (la pastellessa, il passo della morte, la zeza) si inseriscono gli strumenti a corda, anch’essi muovendosi nel solco della tradizione napoletana, e i fiati (capitanati dallo storico sax di Avitabile) a disegnare liberamente squarci black.
Tutte le canzoni sono scritte e cantate da Avitabile che non recupera brani antichi ma scrive ex-novo cercando di muoversi nel solco delle tradizioni così come in quello della modernità, circondandosi di ospiti prestigiosi (le voci di Khaled e Manu Dibango, il violino e l’oud di Simon Shaheen, il flicorno di Hugh Masekela, le percussioni di Baba Sissoko, le launeddas del mitico Luigi Lai, il tar di Adel Shaaher, e altri ancora).
I testi, in gran parte dedicati ai diseredati della terra, dovunque essi siano, da Bucarest all’Africa, da Napoli a Porto Alegre, riescono a non suonare retorici e tutto l’insieme funziona benissimo. Grande energia, grande sentimento, grande musicalità.
Il CD (che costa solamente 8 euro) è corredato da un ottimo (e completo) booklet e alle 13 tracce audio vanno aggiunte 2 tracce video visibili da chi possiede un PC.
Cosa volere di più ?
B-)
Ho letto alcune delle tue recensioni. Con molto interesse. 🙂
[…] con i quali nel 2004 ha prodotto “Salvamm’o munno” disco di cui vi parlai in questo post ormai antico (al quale vi rimando per qualche dettaglio su questa originale […]
[…] con un classico di queste parti: Enzo Avitabile (di lui vi ho parlato diffusamente qua e qua) che, con il suo “Lotto infinito” (2016) realizza l’ennesimo disco ricco di […]